La raccolta della legna per i falò iniziava per tempo e diventava una gara, in cui non erano impegnati solo i ragazzi. C’entrava il nome di tutto il rione, per cui nessuno si faceva indietro nel partecipare, nell’approntare la fascina più grossa o i cipponi più vecchi, che dovevano fare più fuoco e fiamma.
Ogni rione aveva il suo teatro della festa, ove si approntava la catasta a forma di piramide con l’ossatura fatta di grossi pali. C’erano gli specialisti del fuoco, che doveva essere abbondante e scoppiettante. Né mancavano i fuochi d’artificio, che dovevano scoppiare nel carcarone quando questo era più grosso.